Ho sempre odiato parlare, anzi scrivere, d’Amore, mi è sempre sembrato un modo facile di piacere alle persone, come scrivere di pornografia, forse perché non mi è mai interessato piacere per qualcosa che non sento- e non mi riferisco al secondo argomento-.
Questa sera farò un piccolo strappo alla regola. Il focolaio di polmonite che mi ha costretta a casa per quasi 20 giorni, l’aver recuperato circa due serie di Grey’s Anatomy- compresa quella in cui Jackson e April si sposano… eh… lo so, non ci posso far nulla, cade anche la mia ultima resistenza di snobismo e piango come una ragazzina-, l’aver iniziato a sentire le canzoni di Natale sono tutte cose che mi rammolliscono.
Super spoiler della puntata per chi lo sta seguendo in chiaro
Mi ci vorrebbe un ibrido fra il Sergente Hartman di “Full Metal Jacket” e il Sergente Foley di “Ufficiale e Gentiluomo” per riprendermi, ma non credo che sarebbero comunque sufficienti a farmi tornare la solita fredda serial killer laureata in cinismo. Ho visto anche ” Orgoglio e pregiudizio” e rivisto “Il lato positivo”- unico film d’amore in cui la protagonista è talmente pazza, da potercisi veramente immedesimare… la frega solo il fatto che sia anche una strafiga e questo rende molto più difficile che avvenga un transfert.-
“Il lato positivo”, Jenny, pure se cade dalle scale in continuazione, è una strafiga
L’odierna ostentazione, sia verbale che fisica, dell’Amore, accompagnata anche da frasi improbabili, dette ad età improbabili, da delusioni spropositate riferite a storie inesistenti o quasi, amplificata dalla condivisione in rete, mi ha disgustato, la trovo quasi oscena, altro che la pornografia.
Ragazzini biondi che diventano guru scrivendo post-it di una banalità sconcertante, che parlano di amore eterno- e fin qui sarebbe anche proprio della loro età-, in continuazione, adulti che si innamorano con la stessa frequenza con cui cambio la biancheria, coppie che cadono al primo soffio di vento, come frutti troppo maturi, beh… Questo ensemble ha reso, per me, l’argomento nauseabondo.
Non lo prendete per cinismo o per i primi segni del morbo della futura zitella- plausibili spiegazioni, per carità-, ma non è nulla di tutto ciò. Anzi, forse è proprio un eccessivo rispetto per i sentimenti e per la loro sostanza a farmi ragionare in questi termini.
Ormai c’è una “nevrosi sentimentale”, una sorta di isteria, dettata più spesso dalla necessità di riempire un vuoto che di scegliere di camminare su di una stessa strada. In salita e carichi di bagagli.
Il trend è “far l’amore per avercelo garantito”, con il risultato che diventiamo tutti piuttosto fungibili, perché basta arrivi qualcun altro, magari con una valigia carica di novità, per far saltare quanto si è costruito. Ancor peggio quando nulla può saltare, spesso per motivi contingenti, frequentemente di natura economica, per cui il coperchio rimane sulla pentola, ma subentra una condensa consenziente dei sentimenti. Capiamoci: ognuno sceglie cosa lo rende felice e ogni equilibrio è un precario compromesso di natura soggettiva, quindi c’è chi è contento così… io no.
Non mi ritrovo in questa ottica del tenere qualcosa, piuttosto che niente; non mi spaventa l’essere sola, se lo stare in compagnia comporta dimenticare una parte di me; per me la fedeltà è ancora un requisito base, non un’utopia. Sacrificare i miei desideri carnali- e vi giuro che non hanno niente da invidiare a quelli di un uomo-, per un impegno preso, non mi sembra una favola, mi sembra una delle modalità per costruire qualcosa. Non una famiglia, non un ideale, ma una cosa ben più profonda e reale: l’intimità. L’intimità credo sia il vero dono che possiamo fare alla persona che amiamo. La verginità ormai l’abbiamo persa tutti- e quelli che dicono di conservarla fino al matrimonio, beh, sono consumatori poco diligenti: non si compra mai a scatola chiusa… – quello che ci rimane, che può essere un dono per l’altro è creare un rapporto di intimità- e non intendo fisica, uno scivolone, mai confessato e mai scoperto,in tanti anni, è contemplato-, ma affettiva, esclusiva.
Dovrebbe essere bello sapere che, nel mondo, c’è una persona che ci conosce meglio degli altri ed è quella che cammina e mangia, respira, dorme e ride al nostro fianco.
Questo tipo di rapporto contempla dei rischi di perdita altissimi, perché investire, sotto un certo aspetto, su di un’unica persona, anziché su di una moltitudine, può essere rischioso- “differenziare gli investimenti”è una delle prime regole dell’economia-, senza contare che, con i social, creare una silenziosa e rassicurante moltitudine, una “panchina lunga”, è molto più facile di prima, ma… ma forse vale la pena.
Oliviero Toscani per “Relish”
Sono sempre stata la “ragazza dell’ultimo minuto”, malgrado il mio cinismo 100% cachemire, quella che spera sempre in un rovesciamento inaspettato delle situazioni, nella porta che si riapre, nel litigio che si ricompone- e non per merito mio… discutere con me ha il coefficiente di un tuffo carpiato con doppio avvitamento- e, probabilmente, sarò per sempre così.
I compromessi credo si debbano fare sui calzini sporchi fuori dalla cesta dei panni da lavare, sulle tavolette non alzate o non abbassate, sulle modalità di spremitura del tubetto del dentifricio, non sul ciò che meritiamo e sull’impegno che vogliamo metterci.
Il mio amico Emme, quando ne parliamo, dice che, da questo punto di vista, vivo ne “Il fantastico mondo di C”, ma sono abbastanza fiera di questa visione anacronistica e magari vagamente allucinatoria. La storia della metà della mela è carinissima, ha fatto la fortuna della Val di Non, ma è una stronzata.
Non c’è una metà della mela per tutti, o meglio, magari c’è, ma le percentuali di incontrarla sono infinitesimali, quindi probabilmente non mi imbatterò mai in qualcuno che vede le cose come me, che sia pronto a fare e a ricevere un dono così impegnativo- ok, se compensa le lacune in brillanti, posso chiudere un occhio sul resto… ovviamente, mai sotto il carato, sennò non è amore-, ma preferisco questo alla narcosi.
(Ah, così, come promemoria per tutti: il sesso occasionale non è amore. Non importa quante volte lo pratichiate, non basta la coazione a ripetere a trasformare una tagliatella in una lasagna,- funziona solo nei film-quindi poi, siamo tutti adulti e consenzienti, non rompete le palle lamentandovi con altri adulti consenzienti. )
Colonna sonora consigliata – stavolta niente citazione… questa cover mi fa piangere-:
Bootstraps”I wanna dance with somebody”